In diversi luoghi di lavoro, ufficio, studio professionale, magazzino ma anche, perché no, in ambiente domestico, può trovare la sua giusta collocazione un’etichettatrice.
Ma come funziona una etichettatrice?
Supponiamo di averne una sotto mano e di volerla vedere all’opera.
Intanto dovremo controllare il modo di alimentazione: se a batterie, queste dovranno essere correttamente collocate nell’alloggiamento preposto, facendo bene attenzione a rispettare le polarità.
Se funzionante a corrente, il cavo in dotazione dovrà essere saldamente inserito nella porta di accesso dell’etichettatrice e, dall’altra parte, nella presa della corrente.
Precauzioni
A prescindere dal modello, l’etichettatrice è un piccolo macchinario che incorpora parti elettroniche e componenti anche delicate. Per scongiurare danneggiamenti che potrebbero incidere sul suo funzionamento o sulla qualità di stampa dell’etichetta o addirittura richiedere la sostituzione di un pezzo è bene maneggiarla sempre con cura ed attenzione, evitando cadute, urti, strappi e movimenti violenti.
Tutte le precauzioni ed accortezze del caso saranno certamente riportate sul manuale d’utilizzo del dispositivo.
Azioni preparatorie
Tenendo spenta l’etichettatrice, dopo aver collocato le eventuali batterie, sarà necessario inserire il nastro termico oppure il ribbon inchiostrato + il rotolo delle etichette. La differenza è data dal metodo di stampa in uso all’etichettatrice.
- Stampa termica diretta: la testina di stampa va a riscaldare un nastro cartaceo termosensibile e ne provoca un cambiamento di colore che corrisponde al testo dell’etichetta.
Ovvero: esiste un solo nastro che scaldandosi crea l’etichetta.
- Stampa a trasferimento termico: la testina di stampa riscalda un ribbon, un nastro inchiostrato. L’inchiostro disciolto viene trasferito sul materiale di consumo e crea l’etichetta.
Ovvero: esistono 2 nastri all’interno dell’etichettatrice; uno con l’inchiostro, uno di etichette.
Il nastro termosensibile e quello inchiostrato hanno spesso la forma di una bobina, che ricorda le vecchie cassette musicali; la stringa del materiale di consumo ha la forma di un rotolo.
Tutte queste componenti hanno un preciso alloggiamento; è importante inserirle facendole scorrere lungo le apposite guide o fissarle ai bracci di sostegno.
Comporre le etichette
Anche per questa operazione bisogna fare una distinzione in base al modello di etichettatrice.
Nei modelli palmari
Se il modello è palmare, fondamentalmente contenuto nelle dimensioni e compatto, sarà fornito di una tastiera alfa numerica e di un piccolo schermo su cui verificare il testo e l’impostazione dell’etichetta.
Premendo il tasto di accensione, al primo utilizzo si dovranno fissare alcuni parametri come la lingua e l’ora, nei modelli che lo prevedono.
Selezionando il tasto per l’immissione del testo, si può cominciare a comporre il contenuto dell’etichetta.
Sempre tramite apposito tasto si può selezionare un font fra quelli disponibili, ingrandire o rimpicciolire il carattere, selezionarne lo stile.
Aprendo i menu specifici si possono inserire simboli, disegni o caratteri speciali in uso presso lingue straniere, rifinire il lavoro con una cornice o delle presentazioni particolari.
Se lo schermo non è touch, all’interno di ogni menu ci si sposta tramite frecce; il tasto invio funziona da conferma. Una volta selezionato il carattere o il simbolo d’interesse, premendo invio ne consentiamo l’inserimento nel testo dell’etichetta.
Sullo schermo si può controllare l’anteprima del bozzetto; in caso di bisogno si può procedere a delle correzioni, diversamente, si può dare avvio alla stampa.
Nei modelli con desktop
Le etichettatrici con desktop non sono “autonome” come le palmari, hanno bisogno di un dispositivo esterno (sia esso tablet o pc) e di un software con cui creare il testo o l’immagine dell’etichetta che poi l’etichettatrice stamperà.
La maggior parte di queste etichettatrici viene venduta con allegato un CD contenente il programma per la creazione di etichette. Bisogna altresì dire che questi dispositivi generalmente supportano anche file creati con altri software, sia comuni, come quelli inseriti nei pacchetti office, che specifici e dedicati.
Quindi, in questo caso, il primo passo da compiere è quello di scaricare dal CD il programma per le etichette seguendo semplicemente le istruzioni che appariranno sullo schermo.
Le possibilità, le scelte, le varianti aumentano in maniera esponenziale consentendo la creazione di etichette estremamente eterogenee.
Una volta dato libero sfogo alla fantasia ed aver raggiunto un risultato soddisfacente si può passare alla fase di stampa.
Per farlo, bisogna stabilire una connessione fra PC/ tablet e stampante. Questa può avvenire tramite cavo USB, in dotazione con l’etichettatrice, o wireless o bluetooth nelle versioni tecnologicamente più attuali.
I nastri di stampa ed il materiale di consumo
Se la fantasia trova sfogo nelle possibilità offerte dai vari software, la realizzazione pratica risponde con un vasto assortimento quanto a tipi e colori di nastri di stampa e materiali di consumo.
Questo, in realtà, è soprattutto vero per la stampa a trasferimento termico.
I nastri termosensibili possono essere di tipo non-protetto, protetto, sintetico a seconda della semplicità e della durata prevista dell’etichetta.
Il sistema non-protetto è perfetto, per esempio, per etichette di prezzo di breve durata; la versione sintetica fornisce targhette resistenti all’acqua, idonee a spedizioni aeree o a resistere, in ogni caso, agli agenti atmosferici.
Ovviamente, in fase preparatoria, dovrà essere stabilito il giusto accoppiamento fra tipo di nastro inchiostrato e materiale su cui stampare l’etichetta.
Al di là del colore, i ribbon possono essere in cera, cera/resina, resina, da scegliere, sia in base alla resistenza finale che si vuole dare all’etichetta, sia, anche e soprattutto, al tipo di materiale su cui dovrà aderire la stampa.
Impostare i giusti parametri
In fase di elaborazione, prima di dare avvio alla stampa, sopratutto in modalità trasferimento termico, si dovranno impostare i giusti parametri per:
- Temperatura: la testina di stampa, elemento che, scaldandosi, induce il cambio di colore nei nastri termosensibili o lo scioglimento dell’inchiostro del ribbon dovrà lavorare alla giusta temperatura. Troppo calore potrebbe fondere una eccessiva quantità di inchiostro e produrre etichette macchiate; una temperatura bassa potrebbe non liquefare inchiostro a sufficienza o non consentire una giusta aderenza al materiale di consumo.
- Velocità di stampa: altro parametro da abbinare al tipo di etichetta. Un disegno elaborato potrebbe risultare più preciso ed accurato se stampato più lentamente; nel caso dei codici a barre, per esempio, la qualità è fondamentale per la lettura da parte dell’apposito scanner. Etichette routinarie di indirizzi o semplici strisce di testo possono invece essere stampate più velocemente.
- Dimensioni: stante le diverse possibilità di scelta, prima di avviare la stampa è bene verificare che le dimensioni dell’etichetta abbozzata rientrino in quelle del nastro in uso. Diversamente, si potrebbero sfornare etichette tagliate o decentrate.
Alcuni materiali di consumo prevedono etichette già fustellate secondo parametri standardizzati; diversamente le etichettatrici sono fornite di una taglierina a pressione manuale per ritagliare l’etichetta con la dimensione desiderata.
Per concludere
Un’etichettatrice è un dispositivo pensato per un uso pratico ed immediato. Una lettura a priori del manuale di istruzioni fornirà già una buona base di partenza per muovere i primi passi. L’esperienza ed alcuni, inevitabili, tentativi a vuoto consentiranno di arrivare al risultato perfetto.