La stampa a trasferimento termico è uno dei due sistemi generalmente in uso alle etichettatrici non professionali presenti sul mercato per stampare etichette.
L’alternativa è costituita dalla stampa termica diretta.
Che cosa è un’etichettatrice?
Alcune di queste caratteristiche sono legate al modello di etichettatrice, altre al sistema di stampa adottato; sarà perciò fondamentale, in fase di acquisto, valutare attentamente tutti i pro e i contro legati a queste due categorie.
In che cosa consiste la stampa a trasferimento termico?
Tutte le etichettatrici contengono, al loro interno, una testina di stampa.
Il macchinario, perciò, alloggia al proprio interno due tipi di nastri: quello inchiostrato ed il rotolo delle etichette.
Che cosa consente di fare questo metodo di stampa?
Generalmente, è montato su etichettatrici di fascia di prezzo medio-alta perché utilizza materiali mediamente più costosi (almeno rispetto ai nastri termosensibili necessari per la stampa a termica diretta) ed è spesso abbinato a software più elaborati e specifici.
I diversi tipi di nastri inchiostrati
I ribbon utilizzabili sono disponibili in 3 formulazioni diverse, in funzione del materiale di consumo su cui dovranno stampare.
Essi possono essere di:
- cera: adatti per etichette di carta opaca; rappresentano la versione più economica;
- cera-resina: idonei sia per la carta che per i materiali sintetici;
- resina: messi a punto per la stampa su materiali sintetici (polipropilene, polietilene, pvc, poliestere)
All’interno di ciascuna categoria esiste poi una gamma di nastri “misti”, diversamente arricchiti dei vari componenti, per garantire la migliore presa del materiale inchiostrante sull’etichetta.
Infatti, il giusto connubio fra il ribbon ed il materiale di consumo può portare ad ottimi risultati quanto a qualità, durata e resistenza della stampa.
Se occorre conferire ad una stampa su carta una maggiore durata, è sufficiente far uso di un nastro di cera arricchito con poca resina.
Così, salendo gradualmente la scala delle combinazioni, si giunge ai nastri di sola resina che, su materiali sintetici, garantiscono stampe resistenti ad agenti chimici, abrasioni, graffi, alte temperature, strappi.
I colori dei ribbon
I nastri inchiostrati sono inoltre disponibili in vari colori così da consentire, oltre ad una buona resistenza, anche l’immediatezza dell’impatto visivo a beneficio dell’identificazione di un determinato oggetto.
In questo senso, possono evidenziare una particolare dicitura o scadenza, precauzioni d’uso o una determinata categoria di prodotti.
Come si utilizzano questi nastri?
In fase di acquisto bisogna innanzi tutto assicurarsi che il nastro inchiostrato sia compatibile con l’etichettatrice e con il materiale di consumo che si intende utilizzare.
Un altro parametro importante, pre-impostato nella maggior parte dei dispositivi, è la temperatura idonea che la testina deve raggiungere per disciogliere il giusto quantitativo di materiale inchiostrante.
Una temperatura troppo elevata, infatti, potrebbe liquefare un quantitativo eccessivo di inchiostro, producendo una etichetta “sbaffata” o poco leggibile.
Al contrario, una temperatura troppo bassa potrebbe non consentire la perfetta aderenza al materiale di consumo.
Anche la velocità di stampa, infine, deve essere regolata in funzione dei nastri adoperati e del tipo di disegno o testo dell’etichetta.
Sacrificare la velocità può andare a beneficio della qualità della stampa finale, caratteristica importante per i codici a barre che devono essere nitidi per poter essere riconosciuti dagli appositi scanner.
Su che modelli è usata la stampa a trasferimento termico?
Questa tecnica di stampa può essere impiegata su ambedue i modelli principali di etichettatrici: i palmari e le versioni con desktop.
Le palmari sono etichettatrici messe a punto per un uso pratico e veloce e sono facilmente trasportabili dove occorre grazie alle dimensioni ridotte ed al design compatto.
Alloggiano al loro interno i nastri necessari alla stampa ma, le dimensioni ridotte del dispositivo nel suo insieme, consentono la produzione di etichette abbastanza piccole che riescono a raggiungere i 2 cm circa di larghezza.
Per etichette più grandi, oltre i 6 cm di larghezza, bisogna adottare un modello con desktop, in grado fra l’altro di produrre quantitativi significativi di etichette in tempi piuttosto ridotti.
Questa tipologia, tuttavia, abbisogna di un dispositivo esterno, sia esso pc o tablet, con cui mettere a punto testo e/o disegno dell’etichetta che verrà poi stampata.
Molte case produttrici includono all’acquisto il software specifico per l’elaborazione anche se la maggior parte dei modelli riconosce e stampa etichette abbozzate con i più comuni e popolari programmi dedicati.
Per concludere
A tale scopo, è necessario combinare Il giusto abbinamento fra il ribbon inchiostrato ed il materiale di consumo.