Un buon punto di partenza, nel caso si stia pensando di acquistare un’etichettatrice, è l’attenta valutazione dello scopo per cui si pensa di usarla: dovrà stampare tante etichette semplici nel minor tempo possibile o dovrà essere in grado di elaborare con precisione anche disegni complessi? È più funzionale un modello mobile o troverà collocazione in una postazione fissa?
Cerchiamo di farsi un’idea di che tipo di dispositivo si tratta e di chiarire le linee guida e le caratteristiche principali, fermo restando che ogni modello può presentarsi con un dettaglio specifico di distinzione e che, comunque, si parla di articoli in continua e rapida evoluzione, almeno per quanto riguarda la parte tecnologica.
Sostanzialmente, le etichettatrici si possono raggruppare in “macrocategorie”.
Dal punto di vista della mobilità possono essere:
- palmari, se mobili e facilmente trasportabili
- con desktop, se a postazione fissa
Dal punto di vista del metodo di stampa possono essere a
- stampa termica diretta
- stampa a trasferimento termico
Tutte queste tipologie sono combinabili fra sé. Andiamo a vedere più da vicino le varie caratteristiche:
Le etichettatrici palmari
Compatte, contenute nelle dimensioni, nella parte esterna superiore presentano un piccolo schermo, touch nelle versioni più attuali, sovrastante una tastiera alfa-numerica con cui comporre il testo dell’etichetta, verificabile sullo schermo stesso.
La tastiera è comprensiva di pulsanti che aprono menu da cui si possono scegliere font di scrittura, grandezza del carattere, formattazione del testo, simboli, caratteri particolari in uso presso altre lingue, piccoli disegni, personalizzazioni, tutti da selezioni pre-impostate.
All’interno di ogni menu, ci si sposta con frecce a scorrimento. Generalmente, il tasto “invio” conferma una selezione.
La parte interna dell’etichettatrice alloggia invece le batterie che solitamente ne permettono il funzionamento e
a)– la bobina del nastro termico, in caso di stampa termica diretta;
b)– la bobina con il nastro inchiostrato + il rotolo delle etichette se a stampa a trasferimento termico.
Le dimensioni contenute limitano altresì la possibilità di impiego di nastri che producano etichette di misura più grande. Generalmente, questo tipo di dispositivi stampa etichette entro i 2 cm di larghezza.
L’altezza rimane una dimensione un pò più variabile.
Le etichettatrici con desktop
Di dimensioni e peso maggiore, hanno bisogno di una collocazione fissa, anche perché perlopiù alimentate via cavo.
Esistono versioni a batterie di litio ricaricabili, ma si collocano nelle fasce più alte di prezzo.
Questo tipo di etichettatrici, per funzionare, ha bisogno di un software e di un dispositivo esterno (pc, tablet) su cui elaborare la bozza dell’etichetta che poi provvederà a stampare.
Talvolta è fornita di un piccolo schermo che ne riporta lo stato o segnala eventuali problemi che possano impedire la stampa.
Il CD con il software dedicato è solitamente allegato al dispositivo; bisogna però dire che la quasi totalità di queste etichettatrici supporta e stampa anche files creati con altri software o con i più comuni programmi in uso ai pacchetti office.
La connessione fra il dispositivo esterno e l’etichettatrice può avvenire tramite cavo, con porta USB, o wireless, caratteristica idonea all’utilizzo simultaneo del dispositivo da parte di più utenti in uno stesso ufficio.
Come per i modelli palmari, in base al metodo di stampa, l’etichettatrice al suo interno può alloggiare la bobina con il nastro termico oppure il ribbon inchiostrato ed il rotolo per le etichette (chiamato materiale di consumo).
Il metodo di stampa
I metodi di stampa con cui lavorano le etichettatrici sono sostanzialmente due:
- Stampa termica diretta: la testina di stampa scalda un nastro cartaceo sensibile al calore e ne provoca un cambiamento di colore, creando così l’etichetta.
Questo vuol dire che il medesimo nastro termico diventa etichetta.
- Stampa a trasferimento termico: in questo caso, la testina di stampa scalda un nastro inchiostrato, detto ribbon, che trasferisce l’inchiostro disciolto sul materiale di consumo, creando l’etichetta.
In questo caso, quindi, i nastri sono due: uno che cede l’inchiostro ed uno che forma l’etichetta.
La testina di stampa, elemento fondamentale quanto delicato del dispositivo, è maggiormente soggetta ad usura nel sistema termico diretto; diversamente, nel trasferimento termico, il ribbon inchiostrato svolge anche una funzione di protezione dalla polvere, dai detriti e da altri fattori usuranti, impedendole il contatto diretto con il materiale di consumo.
Caratteristiche dei due sistemi
I nastri termici, per la stampa termica diretta, sono limitati nell’assortimento e producono per lo più etichette monocromatiche.
Il nastro sintetico, la versione più costosa dei termici, permette la creazione di etichette resistenti all’acqua idonee anche a spedizioni aeree; funzionali, certo, ma senza caratteristiche particolari.
Ampia è invece la scelta dei ribbon inchiostrati costituiti da materiali diversi per una perfetta aderenza su una articolata gamma di materiali di consumo: dalla carta al pvc, dal TNT al vinile, al poliestere.
Ovviamente, con l’incremento delle opzioni di scelta, salgono anche i costi dei materiali, ma si amplificano notevolmente le possibilità di risultato finale.
Non solo etichette resistenti ad agenti atmosferici, graffi, sostanze corrosive, e liquidi, ma anche creazioni personalizzate, più o meno elaborate, per gli utilizzi più disparati: etichette di vino, per confetture, per indumenti sartoriali, per cerimonie commemorative.
Altri fattori da prendere in considerazione
Sempre in base alle finalità per cui si intende usare un’etichettatrice, ci sono altre caratteristiche da tenere in debita considerazione:
- la risoluzione di stampa: questo parametro viene misurato in DPI o PPI (punti o pixel per inch) e indica quanti punti di colore sono contenuti in 2,54 cm di spazio. Più alto è questo valore, più alta è la risoluzione, in pratica la precisione della stampa.
Questo valore è spesso legato alla qualità del dispositivo nel suo complesso ed alla tecnologia adottata; generalmente, la risoluzione è più elevata nei modelli con desktop, deputati a creazioni più articolate; ma dipende anche dalle dimensioni dell’etichetta: una bassa risoluzione risulterà comunque meno evidente su un etichetta di piccole dimensioni.
- la dimensione delle etichette: elemento strettamente legato al modello di etichettatrice. Una palmare arriva generalmente ad una larghezza di circa 2 cm, mentre un’etichettatrice desktop può superare i 6 cm.
L’altezza è un valore più flessibile, anche se le misure dei nastri utilizzabili sono abbastanza standardizzate.
Per un taglio più preciso, infatti, i nastri di etichette sono spesso fustellati; diversamente si deve praticare un taglio manuale usando la taglierina sovente incorporata.
- la velocità di stampa: fattore vincolante per chi abbia necessità di gestire quotidianamente un numero importante di spedizioni di oggetti o materiali informativi. Si può misurare in etichette al minuto o in millimetri al secondo, in considerazione della complessità della stampa, elemento questo, che inciderà sulla velocità stessa.
Talvolta, per una più alta definizione è preferibile una velocità più bassa.
Quanto può costare una etichettatrice?
Anche il prezzo, come spesso accade, è un elemento che ha il suo peso.
È generalmente legato alla qualità dell’etichettatrice e alla tecnologia che incorpora.
In linea di massima, i modelli palmari sono più economici, proprio perché studiati per un uso più immediato, pratico e meno elaborato. Le versioni più basiche si trovano già intorno ai 20 € per salire fino ai 130 € circa.
I modelli desktop, invece, partono dai 40 € ed arrivano agli 800 €, in base alla qualità della definizione, la velocità di stampa e la scelta dei materiali di consumo che possono supportare.
Precauzioni ed accorgimenti
Un’etichettatrice è comunque un dispositivo che incorpora tecnologia e componenti delicate. Merita perciò di essere maneggiata con la dovuta cura ed accortezza, cercando di evitare urti, cadute accidentali, strappi.
Proprio per queste sue caratteristiche, necessita di alcune precauzioni. L’esposizione prolungata ai raggi diretti del sole o a temperature eccessivamente rigide potrebbe alterare le caratteristiche dei nastri inchiostrarti o la funzionalità di alcune parti. Per questo, si raccomanda vivamente di leggere con attenzione tutte le avvertenze riportate nel manuale d’uso, anche per quanto attiene alle operazioni di manutenzione e cura.
Per concludere